Disturbi urinari ?

Parliamo di APOSER



Aposer è un integratore innovativo che associa componenti in dosaggio ottimale , che contribuiscono in modo sinergico  al benessere delle vie urinarie nell'uomo. Coadiuvante al mantenimento delle proprietà fisiologiche della ghiandola prostatica e nel trattamento dei sintomi della ipertrofia prostatica e delle prostatiti ( minzione dolorosa, minzione notturna, getto urinario e residuo vescicale post-minzionale ) . Aposer è dotato di grande tollerabilità e privo degli effetti collaterali segnalati nell'utilizzo degli alfa litici( ipotensione, eiaculazione retrograda) , soprattutto per cure molto prolungate nel tempo. Non contiene glutine né zuccheri.

Cosa contiene Aposer ?

Consulta la sezione  PRINCIPI ATTIVI del nostro sito. Qui potrai trovare una descrizione dettagliata dei componenti naturali dei nostri integratori , assieme ad una panoramica dei loro benefici effetti a supporto dei disturbi urinari .  Vorremmo qui richiamare sinteticamente i componenti naturali dell'  integratore APOSER di Phytores .

 

La Serenoa Repens , da sempre considerata uno dei prodotti naturali più diffusi ed utilizzati in grado di sostenere la funzionalità ed il benessere della ghiandola prostatica. La Serenoa manifesta efficacia nel trattamento dell’ingrandimento della prostata ed e’ in grado  di contribuire ad alleviare i sintomi della ipertrofia prostatica e della prostatite migliorando il picco di flusso urinario, riducendo gli episodi di alzata notturna (nicturia), di minzione dolorosa, di residuo vescicale post-minzionale. Esplica quindi attività benefiche nella ghiandola prostatica, favorendo il ripristino delle condizioni fisiologiche dell’apparato urinario. 

 

La bromelina e l’uva ursina  , usate  come coadiuvante  nella regressione della infiammazione prostatica . Questi componenti naturali detengono lo scettro dei più utili rimedi naturali contro  le infezioni urinarie in genere. Esercitano  una azione antiinfiammatoria ed hanno azione diuretica ed antibatterica ,coadiuvando i processi di guarigione nelle infiammazione prostatiche alla base della ipertrofia prostatica o delle prostatiti acute.

 

Il  boldo ,  dotato di diverse proprietà, fra cui spiccano l’azione  diuretica ed una azione contro le affezioni del sistema urinario . Il  principio attivo estratto dal Boldo è dotato di attività alfa litica, inducendo miorilassamento. In associazione con gli altri componenti , coadiuva il miglioramento del getto urinario e lo svuotamento vescicale senza incorrere nei pesanti effetti collaterali degli alfa litici (ipotensione, eiaculazione retrograda)

 

L' urtica dioica  e’  dotata di proprietà antiinfiammatoria ed , in ambito urologico,  in presenza di sintomatologia di ipertrofia prostatica associata a disturbi urinari , viene associata frequentemente alla Serenoa .Questa combinazione , attiva nel prodotto Aposer , crea una potente sinergia con effetti  comparabili  con quella della finasteride , il noto farmaco inibitore dell'enzima 5-alfa reduttasi ,  senza averne però gli  effetti collaterali ( ipotensione, eiaculazione retrograda) , soprattutto per cure molto prolungate nel tempo. Studi condotti su un totale di 15.000 uomini affetti da iperplasia prostatica benigna hanno dimostrato che l'estratto di radice di ortica ha causato notevoli miglioramenti in dimensione della prostata, frequenza urinaria, minzione notturna e residuo post-minzione. 


Leggi  sul sito le esperienze positive dei nostri clienti  cliccando su TESTIMONIANZE   


APOSER -confezione da 60 capsule

 

 

Integratore per la funzionalità della prostata a base di Serenoa Repens ad alto dosaggio, Bromelina , Uva ursina , Boldo , Ortica Dioica 

 

Posologia : 2 capsule al giorno dopo i pasti 

24,00 €

18,50 €

  • disponibile
  • consegna in 1-3 giorni
    • E.s. Serenoa tit. 45% acidi grassi - 500 mg
    • e.s Uva Ursina tit. 20% arbutina - 50 mg
    • Bromelina 2500 GDU/g - 200 mg
    • E.s. Ortica radice tit 0,4% - 300 mg
    • E.s. Boldo tit. 0,2% boldina  200mg 


Per approfondimenti sull'utilizzo di APOSER visita il sito tematico WWW.APOSER.EU dove puoi trovare la scheda tecnica , le indicazioni specifiche , i dosaggi ed i cicli di cura consigliati per le varie sintomatologie.

 

APOSER puo' infatti essere indicato come coadiuvante nelle situazioni seguenti :  

  1. Ipertrofia prostatica
  2. Prostatiti acute e croniche 
  3. Disturbi dopo chirurgia endoscopica 
  4. Sintomi dopo biopsia prostatica 
  5. Primo PSA Alterato 

Puoi inoltre utilizzare il seguente indirizzo email : urospecialista@virgilio.it per metterti in contatto con il nostro team urologico , in modo completamente gratuito    


I Disturbi urinari nell'uomo

Con l’avanzare dell’età i disturbi urinari possono costituire un problema  che può compromettere seriamente la qualità della vita degli uomini . Si calcola  che , a partire dai 50 anni , il 30 % degli uomini inizi a soffrire di questi disturbi e che , nella fascia di eta’ superiore ai 70 anni , la maggioranza degli uomini sperimenti le varie forme in cui questi disturbi si presentano . Inizia  a farsi impellente la necessità di alzarsi di notte per andare in bagno e viene in genere  sperimentata la maggiore frequenza con cui si ha la necessità di farlo. In taluni casi si manifesta il bisogno urgente di trovare un bagno nei momenti più impensati accorgendosi poi di avere un getto urinario debole e la sensazione di “ non svuotamento completo “ della vescica , sintomi magari accompagnata da bruciori durante la minzione .

 

 


La diminuita auto–stima dovuta ai disturbi urinari può facilmente causare frustrazione , impaccio e può da un lato compromettere la relazione sociale dell’individuo ,dall'altro contribuire alla diminuzione della qualità della vita sessuale . La percezione di sè come uomo che invecchia è difficile da accettare, per questo spesso gli uomini tendono ad ignorare i sintomi. Purtroppo questo atteggiamento non paga in quanto la patologia progredisce e diventa  poi sempre più difficile da affrontare. In particolare , la minzione notturna è causa di frequenti risvegli a volte seguiti da lunghi periodi di insonnia e compromette la qualità del riposo .Questo causa quindi una diminuzione della performance diurna, che può portare a colpi di sonnolenza fastidiosi e persino pericolosi per chi è soggetto , ad esempio , alla guida di veicoli .I disturbi urinari compromettono la qualità del sonno e di conseguenza la performance lavorativa.



DISTURBI URINARI :  A COSA SONO DOVUTI ?


L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) sembra essere causata da diversi fattori :  variazioni ormonali che si riscontrano nel corso degli anni  e principalmente fattori emodinamici . Questi causano un aumento della pressione idrostatica locale e l’aumento della concentrazione di testosterone. E’ proprio questo ormone che  potrebbe essere coinvolto nell’aumentata proliferazione delle cellule della prostata, fenomeno che è  alla origine della ipertrofia della prostata ( altrimenti detta “ ingrossamento della prostata “ ) . L’importanza del  testosterone , nella sua forma detta “ diidrotestosterone “  nel causare l’ipertrofia prostatica, è stata piu’ volte dimostrata da prove cliniche nelle quali la somministrazione di inibitori della 5α-reduttasi (che è l’enzima coinvolto nella conversione del testosterone in diidrotestosterone) riduce l’ingrossamento della ghiandola prostatica.

 

Riepilogando : L'enzima 5α-reduttasi e' l'artefice della trasformazione del testosterone nel diidrotestosterone (DHT ) . Questo ultimo e' la causa principale dell'accrescimento della prostata in quanto stimola il tessuto ghiandolare . Inibendo la attività dell'enzima  5α-reduttasi si ottiene un calo della concentrazione del DHT , con conseguente riduzione del volume della prostata.    

 

A questo punto : come si puo' ridurre la attività della 5α-reduttasi ?  Seguite sotto la sezione relativa alle terapie farmacologiche     

 

Si ricorda che e’ proprio questo fenomeno dell’ingrossamento alla base dei disturbi urinari in quanto la prostata aumentata di volume può comprimere l’uretra , in virtù del suo posizionamento particolare subito al di sotto della vescica. La parte centrale della prostata , infatti , avvolge l’uretra come fosse un manicotto. Quando la prostata va quindi incontro ad un ingrossamento il suo effetto e’ quello di  comprimere  ed in  taluni casi  ostruire  la via urinaria provocando in molti casi irritazioni della vescica o infezioni urinarie.  Già a partire dai 30-40 anni si individuano alterazioni microscopiche che si definiscono iperplasia prostatica benigna, che non sempre sono accompagnate da un reale ingrossamento della prostata . Quindi mentre lo sviluppo della iperplasia “microscopica” è una strada obbligata con l’età per tutti gli uomini , non necessariamente  tutte le  persone lamentano sintomi dovuti all’ingrossamento prostatico.

 

La valutazione oggettiva  dei disturbi urinari legati a un ingrossamento della prostata (ipertrofia prostatica) e del suo impatto sul benessere generale viene svolta attraverso un questionario  sviluppato dagli esperti della International Consultation on Prostatic Diseases , denominato IPSS (International Prostatic Symptoms Score) , una raccolta di quesiti a cui viene dato un punteggio. Questo  non sostituisce in alcun modo la visita medica che rimane lo strumento fondamentale per la valutazione del paziente con ipertrofia prostatica.  Il fenomeno della iperplasia prostatica nelle sue forme più gravi  può portare ad infezioni delle vie urinarie quindi episodi di cistite ricorrente  ed incapacità improvvisa e dolorosa ad urinare. Se il fenomeno di sofferenza urinaria persiste nel tempo si puo’ arrivare ad episodi di insufficienza renale    


La parola al dott. Andrea Militello sul tema della ipertrofia prostatica

In questo video il dott. Militello espone in modo chiaro ed esaustivo il tema della ipertrofia prostatica . Viene spiegata la funzione della ghiandola e come questa rivesta un ruolo determinante all'interno del ciclo riproduttivo maschile .

 

Vengono analizzate quindi le cause della ipertrofia prostatica , i maggiori sintomi ( ostruttivi ed irritativi ) a cui vanno incontro una buona  parte degli uomini a partire dalla loro " seconda età " . Vengono illustrati rimedi e  terapie , con un importante cenno alle relazioni tra l'ipertrofia prostatica e le alterazioni del PSA.  



La principale terapia farmacologica  consiste nell'utilizzo di farmaci alfa-litici ( tamsulosina,  silodosina e alfuzosina) che permettono di “ rilassare “  la muscolatura della prostata . Si viene a diminuire la  pressione sull’uretra e questo rende più agevole lo svuotamento della vescica. Vengono anche frequentemente utilizzati farmaci che inibiscono l’enzima 5α-reduttasi ( dutasteride e  finasteride ) . Sostanzialmente questi agiscono diversamente in quanto questo enzima contribuisce all’ ingrossamento della prostata . In parole più semplici il compito  di questi farmaci è arrestare lo sviluppo volumetrico della prostata.

 

L'azione terapeutica del dutasteride e della finasteride richiede più tempo rispetto agli alfa-litici, di solito  6 mesi. Rispetto però agli alfa-litici che trattano solo i sintomi, mentre l'evoluzione della IPB continua, gli inibitori dell’enzima 5-alfa-reduttasi  hanno un effetto proprio sull'ipertrofia della ghiandola. Spesso, entrambi i tipi di farmaci vengono prescritti insieme, in quanto possono agire in sinergia.

 

Questi farmaci non sono privi di controindicazioni , la più importante delle quali è la cosiddetta “ eiaculazione retrograda “, che causa una mancata emissione dello sperma all’esterno al momento dell’orgasmo. Altri effetti collaterali del finasteride segnalati frequentemente sono una riduzione della libido  ed anche un aumento di incidenza nella funzione erettile proprio in virtù di una modifica metabolica del testosterone.

 

IL finasteride in particolare , che viene utilizzato anche in prescrizione contro la caduta dei capelli, e' stato oggetto recentemente di importanti  segnalazioni di reazioni avverse , tanto  e' che si parla   di  Sindrome Post Finasteride . Si legga a tale  proposito quanto contenuto nel sito : 

 

http://www.associazionevittimefinasteride.org/

 

L'altro effetto è la riduzione del PSA, per cui prima di iniziare questa terapia dovrebbero essere chiarite le cause di un eventuale PSA elevato. Il rischio infatti è di mascherare una elevazione del PSA da neoplasia prostatica. Si veda di seguito lo specchietto riassuntivo  

 

FARMACO MECCANISMO DI AZIONE INSTAURARSI DELL'EFFETTO RAGGIUNGIMENTO EFFETTO OTTIMALE

EFFETTI COLLATERALI

Finasteride/ Dutasteride ( inibitori della 5alfa reduttasi)  Inibizione della produzione di DHT con impedimento di una ulteriore crescita della prostata 4-8 settimane  3-6 mesi  Diminizione della libido e disfunzioni erettili
Tamsulosina / Alfuzosina ( alfa litici )  Riduzione del tono della muscolatura liscia della prostatae della uretra , per facilitare il rilascio della urina - effetto puramente sintomatico  48 h  4 settimane

Disturbi cardiocircolatori e problemi di eiaculazione

 

L'insorgenza di questi effetti collaterali e' la principale motivazione per cui gli urologi sono sempre piu' disponibili alla prescrizione , qualora ne ravvedano la opportunità , di principi naturali equivalenti .

 

L'estratto di palma ( serenoa repens ) contenuta in APOSER ottiene gli stessi effetti degli inibitori della 5alfa reduttasi , senza averne gli effetti collaterali .

 

La boldina ( dimetossi diidrossi aporfina ) contenuta in APOSER  ha capacità alfalitiche , senza i fastidiosi effetti collaterali degli alfa litici . Concludendo , con i principi attivi contenuti in Aposer , completamente naturali , si ottengono effetti simili a quelli dei farmaci  tradizionali    


 

La prostatite , o infiammazione cronica della prostata colpisce circa il 14% della popolazione maschile e , diversamente dalla Ipertrofia Prostatica Benigna , coinvolge sopratutto la fascia di età tra i 20 e 50 anni . Questa patologia rappresenta oggi uno dei maggiori problemi sociali della popolazione di sesso maschile del nostro paese , andando nei casi piu' gravi  a compromettere seriamente lo stile di vita fisico e psichico di chi ne è afflitto.

 

La prevalenza della prostatite di origine batterica e' documentata come estremamente bassa ( attorno al 10 % di tutte le prostatiti ), questo anche  in virtu' di impiego generalmente ridotto e non diffuso di metodi di indagine batteriologica ( test di Meares , tampone uretrale , ricerca di batteri e virus con metodiche di PCR ) . 

 

Studi clinici condotti dalle maggiori associazioni urologiche , documentano una evidente difficoltà ad avere una risposta adeguata alle terapie antibiotiche dovuta alla presenza dei cosiddetti  BIOFILM , aggregazioni di vari microorganismi patogeni che si annidano in " cittadelle fortificate " e fanno scudo alle terapie antibiotiche , rendendone difficile la espugnazione .

 

I biofilm rivestono un’importanza rilevante per la salute, dato il loro ruolo in molte infezioni croniche e la loro importanza in un numero elevato di infezioni da impianti biomedici (protesi e cateteri). Nel biofilm, la resistenza agli antimicrobici convenzionali è legata sia alla loro neutralizzazione all’interno del biofilm stesso o addirittura alla loro mancata penetrazione.

 

Alcuni autori hanno, inoltre, dimostrato come alcune forme batteriche presenti negli strati profondi del biofilm possono esprimere resistenze acquisite a varie classi di antibiotici. Spesso, infatti, gli antibiotici agiscono solo sulle forme ancora non strutturate in biofilm.

 

La bassa  percentuale  delle prostatiti batteriche sul totale delle prostatiti deriverebbe quindi in parte dalla mancata individuazione di batteri che si " nascondono nei Biofilm  come in una tana "  .  Si legga a tale proposito il documento medico in fondo alla pagina " PROSTATITI CRONICHE e BIOFILM ". 

 

 

QUANTI TIPI DI PROSTATITI ESISTONO?

 

Si annoverano in letteratura medica tre tipologie di prostatiti : 

 

  • Prostatiti croniche non batteriche ( sindrome dolorosa del pavimento pelvico )  
  • Prostatiti batteriche acute e croniche 
  • Prostatiti infiammatorie asintomatiche 

Come già detto , appartengono al primo tipo circa il 90 % dei casi di prostatite , per cui ci limiteremo alla esposizione dettagliata solo del primo caso ,che attiene direttamente agli scopi divulgativi di questo sito,   rimandando senz’altro  il lettore al consulto medico nel caso in cui ci si trovi in presenza delle altre due tipologie  , sopratutto quella in cui venga individuato un agente patogeno batterico.    

 

 

La sindrome dolorosa del pavimento pelvico  (chronic pelvic pain syndrome, CPPS) è una condizione clinica complessa, caratterizzata da un insieme di sintomi dolorosi che il paziente riferisce essere localizzati nella regione del bacino, le cui cause rimangono nella maggioranza dei casi inspiegate.

 

Si tratta di un quadro clinico spesso responsabile di gravi stati di disagio, capaci di deteriorare profondamente la qualità di vita . Il dolore pelvico cronico che colpisce i soggetti di sesso maschile è localizzato nella zona più bassa dell’addome, e pertanto può originare dagli organi dell’apparato genitale (prostata, vescicole seminali, testicoli, funicoli spermatici), dal basso apparato urinario (vescica e uretra) o anche dalle strutture nervose, muscolari e ossee del bacino.

 

Sono molte e diverse le tipologie di dolore che il paziente affetto da questa sindrome lamenta. Anzitutto è variabile l’intensità del dolore, che da un vago senso di fastidio più o meno continuo può raggiungere gradi estremi, talvolta intollerabili, descritti dal paziente come fitte lancinanti. In alcuni casi la sensazione dolorosa appare collegata al riempimento o allo svuotamento degli organi pelvici (vescica e retto), mentre in altri casi è provocata da alcune posizioni, quale quella seduta, o dalla pressione esercitata su determinati punti dell’area pelvica, che la terminologia medica definisce trigger point.

La sindrome vede dunque nel dolore il sintomo principale, ma spesso si associano sintomi di altra natura, quali disturbi del basso tratto urinario (aumentata frequenza urinaria, bruciore durante la minzione, urgenza), disturbi intestinali e disfunzioni sessuali (disfunzione erettile ed eiaculazione precoce).

 

La prostatite cronica è spesso associata a dolore o bruciore durante la eiaculazione e nei casi piu’ gravi e trascurati puo’ anche portare alla difunzione erettile . Recenti studi ( vedi in fondo pagina una pubblicazione scientifica sul tema ) legano la presenza di una prostatite cronica a sintomi urinari tipici della IPB , già ampiamente descritti nella sezione relativa , quali la riduzione del getto urinario e l’aumento della sua frequenza  . 

 

I dolori legati alla compressione della regione perinale possono rendere impossibile praticare il ciclismo.

 

La diagnosi di CPPS prevede che il medico abbia escluso patologie locali come le infezioni e i tumori, mentre la ricerca di cause precise rimane spesso infruttuosa, costringendo il medico a tentativi di cura “aspecifici”, in quanto non specificamente mirati alle cause del problema.

 

Questo tipo di  infiammazione che colpisce la ghiandola prostatica non presenta  segni di infezione;

 

risultano infatti negative  le ricerche di batteri a carico di urine e liquido prostatico, mentre è possibile ritrovare i segni tipici della infiammazione (ad es. i globuli bianchi).Talvolta la prostata appare alle indagini del tutto normale, pur essendo presenti sintomi dolorosi e disturbi urinari che suggeriscono un suo coinvolgimento. Ecco allora nascere una serie di ipotesi che la ricerca clinica ha proposto nel corso degli ultimi anni per spiegare cause e meccanismi del dolore pelvico.

 

Sembra che tra le cause svolga un ruolo fondamentale lo stress ossidativo. Si ritiene che questo sia il presupposto per lo sviluppo delle altre forme e delle patologie prostatiche successive (adenoma e carcinoma prostatico), nonché dei quadri di disfertiltà. Alcuni studi suggeriscono che alla base della CPPS ci sia un’alterata percezione delle sensazioni da parte del sistema nervoso, in grado di amplificare stimoli non dolorosi fino a renderli dolorosi (allodinìa) o accentuare stimoli poco dolorosi (iperalgesia).

 

Nell’ambito delle cause di CPPS che vedono coinvolti i nervi periferici è opportuno ricordare la nevralgia del pudendo. Il nervo pudendo decorre nella zona più bassa della pelvi, a ridosso del perineo, che costituisce una sorta di pavimento fatto da muscoli e legamenti. La nevralgia del pudendo è generalmente avvertita nei pazienti di sesso maschile come un bruciore localizzato nello spazio compreso tra l’ano e i testicoli. Altre volte il meccanismo del dolore è direttamente originato dai muscoli del perineo, e la compressione di precisi trigger point muscolari è in grado di scatenare il dolore. Vanno infine ricordate, nell’ambito delle cause di dolore pelvico cronico maschile, le cosiddette patologie funzionali, come ad esempio i sintomi da colon irritabile, per le quali i comuni esami diagnostici spesso risultano negativi.

 

Non vanno infine dimenticate le condizioni psicologiche che inevitabilmente si associano ai sintomi dolorosi pelvici.

 

Una lunga serie di studi clinici ha evidenziato come il disagio generato da una condizione prolungata di fastidio o dolore si traduca generalmente in stati d’ansia e spesso di depressione. Ed è stato anche dimostrato come l’ansia sia in grado a sua volta di amplificare la percezione delle sensazioni spiacevoli, e di accentuarne la partecipazione emotiva. Dolore e ansia realizzano in tal modo un circolo vizioso capace di alterare profondamente la qualità della vita dei soggetti che ne soffrono.

 

Questa tipologia di prostatite cronica, non essendo di origine batterica, non necessita necessariamente di una cura farmacologica “classica “.

 

Solitamente gli uomini tendono a non esternare questo tipo di problemi per pudore o imbarazzo portando così il disturbo ad accentuarsi e rimanere irrisolto. A questo punto solitamente si tenta la via farmacologica con somministrazione di antibiotici / antidolorifici / antiinfiammatori / alfa bloccanti , ma queste cure spesso però si rilevano molto “ sommarie e “ sbrigative “  “ , se non controproducenti stanti i loro effetti collaterali .

 

Vengono in aiuto  e trovano sempre maggior impiego delle valide strade alternative che, confortate da un sempre crescente numero di positivi risultati ,  vedono il ricorso alla “ medicina naturale osteopatica “ abbinata a sane regole  di vita e di alimentazione ed all’ utilizzo di integratori naturali . Su questo ultimo punto , la scelta terapeutica ritenuta ottimale per la flogosi cronica della ghiandola prostatica , documentata nelle principali linee guida urologiche , e’ una terapia antiinfiammatoria associata ad antiossidante .

 

 

 

 

Aposer , con i suoi componenti antiinfiammatori naturali , abbinato ad un buon prodotto antiossidante , può  coadiuvare la risposta agli stati infiammatori tipici della  prostatite cronica    

 

In fondo alla pagina trovate allegati due studi esplicativi per capire  che cosa è la infiammazione della ghiandola prostatica. Nel primo si descrivono le proprietà antiossidanti dei polifenoli e bioflavonoidi ,   nel secondo le proprietà della serenoa ed antiifiammatori in mix contenuti in Aposer.   



La parola al dott. Carmelo di Franco sulla sindrome dolorosa del pavimento pelvico



Vengono adesso riportati i dati  di uno studio tedesco pubblicato nel 2009 sulla rivista “ Der Urologe “  ed indicizzato su PubMed.

Lo scopo di questo studio era quello di investigare come il trattamento osteopatico potesse influenzare i sintomi della Sindrome da dolore pelvico cronico  (studio randomizzato controllato, 5 sedute, follow-up dopo 6 settimane e 18 mesi).

 

Furono compresi nello studio un totale di 35 uomini con diagnosi di CPPS e di età compresa tra 29-70 anni.

 

Di questi 20 furono collocati nel gruppo di trattamento e 15 nel gruppo placebo (quest'ultimo vide la defezione di 2 pazienti per ritiro volontario). I pazienti del gruppo trattato vennero sottoposti a 5 sedute osteopatiche inizialmente (1-3) intervallate di 1 settimana e poi (4-5) di 3 settimane (complessivamente il periodo fu di 8 settimane). Le disfunzioni osteopatiche vennero trattate secondo i principi della medicina osteopatica. Il gruppo placebo venne sottoposto a semplice ginnastica e sedute fisioterapiche. 

 

La comparazione dei risultati del gruppo trattato rispetto a quello di controllo placebo dimostrarono una differenza statisticamente significativa a favore del gruppo trattato. Questo ha ottenuto buoni risultati negli indicatori utilizzati mentre, al contrario, il gruppo placebo è rimasto pressoché invariato. Anche il controllo nei due step di follow-up a 6 settimane e 1.5 anni (18 mesi) hanno evidenziato stabilità dei risultati ottenuti.

 

Il risultato positivo di questo studio indica che il trattamento osteopatico può essere considerato una reale alternativa ai trattamenti convenzionali della CPPS e che quindi sarebbe auspicabile una stretta collaborazione tra internisti urologi e osteopati .  


La parola al dott. Giorgio Germano

Ti invitiamo a consultare in questo sito la pagina " Osteopatia per i disturbi urologici " dedicata al centro di eccellenza di medicina osteopatica del dott. Giorgio Germano .

 

In essa e' stato recentemente pubblicato un video in cui il dott. Germano  espone in modo chiaro ed esaustivo i benefici della medicina osteopatica applicata alla urologia e come queste tecniche mediche , abbinate alla adozione di sane pratiche di vita e di alimentazione , possano portare benefici in presenza dei fastidi dovuti alle prostatiti croniche ( CPPS ) 

 


Studi scientifici e pubblicazioni

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